Martedì: equilibrio

26/Luglio/12

Il giorno di mezzo ha un sapore strano, un misto di speranza e nostalgia. All’inizio dell’avventura Il Semplice aveva fatto notare ai compagni  un monte la cui cima è piena di antenne e che si trova più o meno all’altezza di Salsomaggiore. Da Rivergaro sembrava lontanissimo. Ora i cavalieri lo stavano guardando dal versante opposto. Un vecchio Cowboy diceva che i cavalli sono lo specchio dell’anima e, non sempre ciò che vedi può farti piacere. La strada percorsa a piedi è più o meno la stessa cosa. Se poi la percorri a cavallo è come specchiarsi da due angolazioni diverse. La strada però, quando è percorsa alla velocità naturale dell’uomo, è un fiorire di dettagli e di occasioni uniche visibili solo con il movimento lento. Un capriolo che attraversa il sentiero ed un altro che osserva immobile da lontano la carovana. Un falco che vola alto nel cielo o un lupo che si nasconde nel bosco. Per questo La Strada deve essere bianca.

L’onorevole giura d’averlo visto; il lupo. Purtroppo pare sia l’unico testimone e per questo è stato parecchio preso in giro dalla compagnia. Non è che l’hai sognato? È stata la domanda corale. Può darsi, ma intanto io l’ho…

Il giorno di mezzo è anche quello in cui si scioglie la timidezza e ci si apre ai compagni di viaggio. E così, a pranzo poco prima di guadare il Taro, Il Ligure racconta di essere un marinaio: una vita a solcare il mediterraneo a vele spiegate scorazzando turisti e recuperando barche. Il resto della compagnia lo guardava come un alieno sino a che la dama di Rivergaro ha chiesto quello che tutti volevano sapere: ma che ci fa a cavallo un marinaio? La logica direbbe che un marinaio può solcare boschi e colline alla stessa stregua del mare, eppure nell’immaginario di ogni terrestre un marinaio, quando è a terra, non può andare oltre i confini del porto più o meno come una rana che non si allontana mai dallo stagno. La risposta del marinaio è stata però semplice e allo stesso tempo disarmante: In mare, a vela, viaggi con l’aiuto della sola forza della natura, come stiamo facendo adesso noi. E poi, un marinaio non può avere dei sogni?

Il pomeriggio altri quattro cavalieri si uniscono per un lungo tratto al gruppo salutando e tornando sui loro passi poco prima che i sognatori transitassero nei pressi di un antica stazione di pompaggio di petrolio. Una casamatta color rossiccio con una serie di cavi d’acciaio, collegati con i pozzi circostanti, il cui movimento alternato pompava il petrolio dal sottosuolo in superficie. Il petrolio sembra essere una delle costanti di questo viaggio. Non si vede, non c’è, eppure lungo questa dorsale gli italiani hanno attinto energia per le loro esigenze sino a che sono rimaste modeste. Poi, con un’ingordigia senza pari, il petrolio sono andati a prenderlo altrove dov’era in abbondanza e meno costoso. L’olio di pietra e il suo uso moderno hanno liberato l’uomo permettendogli una crescita ed una evoluzione senza precedenti, così veloce che l’uomo da libero ne è subito diventato schiavo. La velocità media attuale nei maggiori centri urbani italiani ricorda da vicino quella raggiunta alla fine del ‘700: oscilla intorno ai 15 km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta. Sono le stesse medie di un cavallo al trotto e al passo, con la differenza che un automobilista consuma energia per 50-100 cavalli (quando l’automobile è medio piccola). Una madre tipo, ogni mattina dopo aver dato da mangiare a una sessantina di cavalli, li dispone tutti quanti in fila per due, attacca la carrozza e percorre gli 800 metri che separano la sua abitazione dalla scuola dei figli. Il marito invece, attraversa la città con un’ottantina di cavalli in più per darsi un certo contegno. È senz’altro un movimento lento ma in realtà sembra più sarebbe bene chiamarlo movimento isterico

Quella tenera ed innocua casamatta rossa, quasi un reperto archeologico, è purtroppo ancora il simbolo del futuro. Immersa nel verde non sembra affatto che dalle sue viscere sia sgorgato un polipo nero che tuttora sta ammorbando l’aria, cambiando il clima e divorando le ultime strade bianche rimaste. Lungo le strisce d’asfalto un panino ha lo stesso nome e sapore a Bari come a Bolzano. Lungo una strada bianca invece, ci si incontra, ci si sofferma, si ascolta, si prega e si conosce.

Sarà per questo salto nel presente, che la tappa odierna non ha un castello nelle vicinanze a vegliare sui sognatori. Tutti però vengono a conoscenza che la compagna del Marinaio si chiama Ansiusa.

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